Benvenuto caro lettore. Intanto ti fornisco qualche breve informazione sulla persona che si cela dietro le parole che stai per leggere. Mi chiamo Valentina e attualmente ho 16 anni. Abito a Reggio Emilia, una grigia e monotona città del Nord Italia che nessuno conosce. Qualche mese fa presi l'importante decisione di diventare un'exchange student, infatti trascorrerò 10 mesi in una bellissima cittadina vicino a Houston, Texas. Ho voluto aprire questo blog per avere a disposizione una valvola di sfogo, un luogo in cui poter essere quello che sono senza filtri. Detto questo buona lettura.

venerdì 28 agosto 2015

Frullatore.

Sì, adoro le allusioni e le similitudini se non si fosse capito. Adoro tutta la retorica in realtà. Ma questo cosa ha a che fare con il post che state per leggere? In realtà è strettamente collegato. Come? è difficile da spiegare.

La scuola è iniziata. La mia routine sta pian piano prendendo forma. Ma quello di cui oggi voglio parlare non è altro che una ricetta molto semplice consigliata a coloro che sono davvero temerari e pronti al peggio.
Iniziate prendendo una ragazza con un un vestitino a fiori e buttatela dentro una scuola Americana di 4000 studenti. Aggiungete sette classi: Algebra, Danza, Anatomia, Francese, Storia, Storia dell'Arte e Inglese. Selezionate la modalità 'Only English' del vostro frullatore e premete avvio. Il risultato? Disorientamento totale e solitudine.

Come forse avete intuito i primi giorni di scuola non sono andati come ho sempre sognato. Se vi state chiedendo com'è una scuola americana, accendete la vostra televisione e inserite nel lettore DVD il film che ha plasmato i miei sogni, High School Musical.
Vedrete cheerlieder, armadietti, corridoi immensi, una mensa ancora più immensa, aule decorate, palestre personalizzate, studenti nei corridoi vestiti con la maglia della propria squadra. Ecco, è tutto esattamente così. L'unica piccola, impercettibile, inutile differenza è che le persone non hanno minimamente tempo di fermarsi e parlare tra di loro, nessuno canta e balla sui tavoli e NESSUNO sembra interessarsi a qualunque altro essere vivente non sia se stesso.
E come se non bastasse, ho avuto modo di constatare che la famosissima frase 'Everything is bigger in Texas', è presa esattamente alla lettera. Tutto è più grande. Dai libri alle chiese, dai parchi alle case. Compresa ovviamente la mia scuola.
Ora come ora sembra andare un po' meglio, ma vi giuro che ieri avrei voluto prendere il primo aereo disponibile per Milano. Perchè? Non si può spiegare a parole. Nessuno potrebbe capirlo se non i miei cari amici exchange, i quali se non lo hanno ancora provato, aimè lo proveranno presto.
Ma cosa c'entra quindi la retorica in tutto quello che ho blaterato fin qui? Ebbene, la retorica è forse la cosa (dopo Walt ovviamente) che mi manca di più. L'ironia, la sottigliezza della lingua italiana, l'elemento sublime che purtroppo in inglese non sono capace di estrapolare e utilizzare a mia volta.
Riassumerei il tutto con una parola: spontaneità della lingua. Ecco cosa manca.

Random facts:
- Le persone non sanno che in Italia si parla l'Italiano.
- I professori ballano e cantano in classe.
- Gli adolescenti americani sembrano molto ingenui ed ignoranti, quasi vivessero in una bolla.
- Ci sono più ispanici che americani.
- Non fidatevi degli americani che vi dicono di sapere il francese, non lo sanno per niente.
- Pranzano alle 10:30.
- Pensano che noi non sappiamo cosa sia una Pizza. O un Hotdog. O un Hamburger.

Direi che è tutto per this night.
Io e il mio AP US History book vi auguriamo buonanotte in vista del quiz di domani.

See yall

-Vale

3 commenti:

  1. Capisco perfettamente il tuo stato d'animo, hai fatto una scelta molto coraggiosa ma un conto è immaginarsi le cose dai film o dai blog degli altri exchange (che a differenza tua, secondo me scrivono solo le cose positive,e sbagliano), un conto è la realtà. Chiunque si troverebbe spaesato in una famiglia e una scuola non sua, specie i primi tempi, ma questo fa parte dell'esperienza; pensa che non sei lì per fare una vacanza e divertirti, ma per mettere alla prova il tuo carattere, la tua volontà e il tuo spirito di adattamento, per scoprire un altro modo di vivere, non necessariamente migliore e (perchè no) per apprezzare ancora di più l'Italia quando ci tornerai. Quindi tieni duro, fai finta di essere ad un corso di sopravvivenza e ogni giorno gioisci delle piccole cose positive che sicuramente arriveranno. Un abbraccio.

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  2. Wow, ti ringrazio davvero tantissimo per le parole perfettamente azzeccate. Sei per caso un exchange o un ex? Mi sembri conoscere molto bene la mia situazione ...

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  3. No sono solo la mamma di una futura exchange (mia figlia partirà per l'Australia in gennaio), per questo seguo con molto interesse il tuo blog, sei una delle poche che non si limita a raccontare le meraviglie della propria avventura oltre oceano ma parla sinceramente anche delle proprie emozioni positive o negative, che sono poi la cosa più importante da sapere, sia per chi farà questa esperienza ma anche per chi rimane a casa e vi seguirà da lontano.

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