Benvenuto caro lettore. Intanto ti fornisco qualche breve informazione sulla persona che si cela dietro le parole che stai per leggere. Mi chiamo Valentina e attualmente ho 16 anni. Abito a Reggio Emilia, una grigia e monotona città del Nord Italia che nessuno conosce. Qualche mese fa presi l'importante decisione di diventare un'exchange student, infatti trascorrerò 10 mesi in una bellissima cittadina vicino a Houston, Texas. Ho voluto aprire questo blog per avere a disposizione una valvola di sfogo, un luogo in cui poter essere quello che sono senza filtri. Detto questo buona lettura.

giovedì 21 luglio 2016

365.

Un anno fa mi arrivò una chiamata alle 10 di mattina che segnò la fine dell'età in cui il problema più grande ed insormontabile sembrava essere la scelta dell'abbigliamento per andare a ballare.
Un anno fa risposi alla chiamata con un filo di voce, era mia madre in lacrime.
Un anno fa mi venne urlato nelle orecchie il nome della mia destinazione, un nome che allora suonava indifferentemente come una distesa di campi gialli attraversati da mucche e cavalli.
Un anno fa la frenesia, la curiosità e il coraggio si alternavano incostantemente ad una voglia matta di tirarmi indietro.
Un anno fa la fantasia non aveva barriere, la mente vagava per chilometri tentando di raggiungere quella meta dopo tanto tempo diventata concreta, e l'ossessione, la sete di sapere qualche dettaglio aumentava giorno dopo giorno.


Un anno dopo sono seduta alla scrivania di un ufficio, fingendo di lavorare su protocolli e fatture, con la tentazione irresistibile di vivere tutto un'altra volta, tramite i miei racconti e pensieri scritti qui, i quali riaccendono, riportano alla vita i momenti più difficili della mia giovane vita.
Un anno dopo, ad ormai un mese dal mio ritorno e con la mente un po' più lontana dall'America, mi sento grata e fortunata per avere avuto un'opportunità così grande, per aver conosciuto non solo persone false ed ipocrite, ma anche una famiglia meravigliosa che si è presa cura di me prelevandomi da una situazione di evidente difficoltà.
Un anno dopo sono anche riconoscente alla mia prima famiglia per avermi insegnato il valore della gratitudine.
Un anno dopo, soltanto un anno dopo, posso dire di essere una persona molto più vicina a quell'ideale fantastico, ma tuttavia ancora molto indefinito, a cui ho sempre aspirato. Tutto grazie ad una chiamata ricevuta un anno fa.

domenica 3 luglio 2016

Perché NON scrivo.

Da esattamente due settimane vedo una pagina bianca davanti a me in attesa di essere colmata con parole. Tutto é pronto, tranne me. Ogni volta che penso di esserlo le parole indietreggiano, in gola, come quando piangi e qualcuno ti chiede il perché. Sembra che abbiano paura di uscire, queste parole. Ma la verità é che sono io a non voler ripensare alle mie ultime settimane in Texas, a quelle persone vuote ed infelici che onestamente non mi mancano, all'incommensurabile delusione che gli americani chiamano PROM, ed infine alla bassezza umana di alcuni eventi finali.
Non penso valga la pena sprecare 20 minuti di questa fantastica vita che ho ritrovato in Italia per soffermarmi su dettagli inutili, gente inutile, parole inutili.
Questo per ora è il mio posto, non ho bisogno di abiti sfarzosi e partite di football per vivere come si deve, ma di calore, affetto, cultura, bellezza, storia e sì, buon cibo. Probabilmente servirebbero riflessioni più profonde e accurate, non lo metto in dubbio. Purtroppo però ho capito quanto la scrittura sia per me un aiuto fondamentale nei momenti di difficoltà, e questo, signori e signore, non lo é, perché qui ho trovato me stessa felice. Qui, a casa.