Benvenuto caro lettore. Intanto ti fornisco qualche breve informazione sulla persona che si cela dietro le parole che stai per leggere. Mi chiamo Valentina e attualmente ho 16 anni. Abito a Reggio Emilia, una grigia e monotona città del Nord Italia che nessuno conosce. Qualche mese fa presi l'importante decisione di diventare un'exchange student, infatti trascorrerò 10 mesi in una bellissima cittadina vicino a Houston, Texas. Ho voluto aprire questo blog per avere a disposizione una valvola di sfogo, un luogo in cui poter essere quello che sono senza filtri. Detto questo buona lettura.

mercoledì 9 marzo 2016

Inafferrabile.

Il suo corpo era rigido e freddo, vittima di un abuso che la vita, a volte, si permette di compiere proprio contro chi freme dalla voglia di vivere. Il diametro delle sue gambe pari a quello delle mie braccia, e le sue braccia.. in proporzione. Quelle labbra pallide e crespe si curvarono nel più debole dei sorrisi alle parole innocue di un bambino incapace di comprendere la gravità della situazione, ignaro dell'ingiusta ed immeritata atrocità che la realtà nasconde.

Una brezza leggera muoveva lo scacciapensieri ciondolante dalla finestra, producendo una melodia malinconica, quasi straziante. Nonostante la mia inquietudine, un minuscolo gatto dal colore delle nuvole era appisolato sotto la sedia a dondolo sulla quale il mio corpo era distrattamente appoggiato. Non potendo più tollerare quella sensazione di pesante turbamento, lasciai la stanza a passi indecisi, dirigendomi verso quella che suonava come una conversazione leggera e disinteressata. Con le orecchie finalmente libere da quel precedente suono angosciante, i miei occhi, adattandosi lentamente al cambiamento repentino di luminosità nell'ambiente, cominciarono a delimitare i contorni di un luogo completamente nuovo. Sagome di volatili neri, probabilmente dipinti da una mano inesperta, costellavano il soffitto togliendo l'intimità che una camera da letto dovrebbe sempre preservare. Un acuto squittio mi colse alla sprovvista inducendo il mio sguardo a vagare per la stanza cercandone la fonte. Una gabbia alla mia destra conteneva una manciata di roditori che, con smania e furore, tentavano impotenti di rosicchiare le sbarre arrugginite. Era troppo, per me. Chiusi gli occhi. Deglutii un boccone salato di lacrime in arrivo, ancora una volta, chiedendomi se davvero mi aspettavo che questa esperienza sarebbe stata solo una vacanza studio prolungata.



Quando vi dico che l'inglese è solo una scusa per partire, credetemi. Guarderete in faccia la vostra vita, sarete parte di quella di persone che mai rincontrerete di nuovo, e nel mio caso, passerete di fianco alla morte in persona, conoscendola ed esplorandone i misteri al punto che le domande vi esploderanno nella mente, volando via gradualmente solo quando vi accorgerete che non hanno una risposta.

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