Benvenuto caro lettore. Intanto ti fornisco qualche breve informazione sulla persona che si cela dietro le parole che stai per leggere. Mi chiamo Valentina e attualmente ho 16 anni. Abito a Reggio Emilia, una grigia e monotona città del Nord Italia che nessuno conosce. Qualche mese fa presi l'importante decisione di diventare un'exchange student, infatti trascorrerò 10 mesi in una bellissima cittadina vicino a Houston, Texas. Ho voluto aprire questo blog per avere a disposizione una valvola di sfogo, un luogo in cui poter essere quello che sono senza filtri. Detto questo buona lettura.

lunedì 14 dicembre 2015

Vivendo.

Prima di partire, cari futuri exchange, mi struggevo figurandomi immagini di quello che sarebbe stata la mia nuova vita in questo paese. La verità è che, nonostante la tentazione spinta dalla curiosità sia davvero tanta, non dovete crearvi delle aspettative. Dovreste arrivare ad agosto prossimo con la mente libera da qualsiasi fantasia, da qualsiasi sogno e, cosa più difficile, da qualsiasi giudizio.
Non potrà piacervi tutto, le persone vi appariranno diverse, il mondo troppo grande e voi così piccoli. Ma sapete cosa? Giorno dopo giorno accumulerete conoscenza, stamperete immagini davanti ai vostri occhi, le vostre orecchie si adatteranno a quei suoni squillanti che riempiono i corridoi della scuola e solo allora vi accorgerete che il vostro punto di vista è cambiato. Non sarete più la ragazza strozzata dai singhiozzi che guarda le le nuvole infinite dal finestrino di un areo, ma un cittadino del mondo, che osserva dall'alto i giorni; questa volta non sognando, ma vivendo.


Sono ormai quattro mesi che sono qui. Un mese e mezzo dal mio trasferimento. Cos'è cambiato? Tutto. Fuori le strade sono illuminate da luci insane ed animali delle fiabe che prendono vita di notte nei frontyards delle famiglie; dentro, un albero di Natale alto più di un albero vero mi accoglie tutte le sere dopo scuola. Dire che gli americani sono ossessionati con le decorazioni è una presa in giro. Sarebbero capaci di morire per accaparrarsi l'ultimo ed irrinunciabile fiocco bianco e rosso da Target. Sono cose che mai capirò del materialismo americano ma che, da visitatrice temporanea, non posso non godermi fino in fondo. Ma nulla è cambiato di più che me stessa. Non devo più fermarmi a pensare prima di dire grazie ad una persona per un gesto naturale; non mi sorprendo più davanti alle quattordicenni incinte o alle ciabatte portate con le calze; il mio naso non si arriccia più quando mi presentano il latte al cioccolato con il purè di patate e le crocchette di pesce. Cosa più importante, mi sento sempre più forte ogni giorno che passa, sempre più indipendente, adulta. Finalmente colgo la bellezza nelle piccole cose, e dopo due mesi di privazioni, ora un pomeriggio in giro per la città con uno Starbucks in mano e un'amica con cui parlare di frivolezze mi sembra un miracolo dal cielo. Ho imparato a dare un valore a tutto quello che ho sempre avuto ma che non ho mai avuto l'umiltà di apprezzare; e ora, quando descrivo le mie prime settimane qui, rispondo agli sguardi increduli delle persone con un un sorriso pieno di consapevolezza che ogni singolo secondo passato nella più completa oppressione sia servito. Non cambierei nulla di quello che ho vissuto, anzi ringrazio tutti i giorni, silenziosamente nella mia mente, il signor Caso, in cui io credo devotamente, per avermi guidata in questo straordinario percorso.


Detto questo, vorrei, per la prima volta, rivolgermi in modo diretto a voi. Chiunque siate, se avete bisogno di un consiglio, voglia di dare un suggerimento per un futuro post, o semplicemente una curiosità a proposito di quello che sto vivendo, vi prego di non farvi problemi a scrivermi, che sia in privato su Facebook, o pubblicamente nei commenti qui sotto. Sarò sempre felice di potervi rispondere e accontentare una richiesta.

In attesa di questo Natale diverso dal solito,

Vale




Entrambe le foto sono al Nutcracker Market di Houston.
Nov. 14



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