Ora sono su un divano, io, un computer, una mente straboccante di pensieri.
Homecoming. Parola chiave degli ultimi sei giorni. Cosa vuol dire esattamente? Ritorno a casa. Perchè? Non ne ho la più pallida idea, posso solo ipotizzare che sia una semplice antica tradizione americana.
Lasciatemi spiegare in cosa consiste.
La scuola si trasforma per cinque giorni all'anno in un circo, uno zoo, un locale per travestiti o non so che altro. Ogni giorno c'è un tema diverso secondo il quale ogni studente e insegnante dovrebbe ingegnarsi travestendosi. Ovviamente non tutte le scuole hanno le stesse idee. La mia quest'anno ha proposto i seguenti topic:
-Superhero Monday
-Throwback Tuesday
-Hawaiian Wednesday
-Purple\Mums Thursday
-Twins Friday
E fin qui, tutto normale. Quando però il primo giorno mi sono trovata davanti agli occhi una serie di ragazze vestite da Minnie, Gattine, Cagnoline i dubbi sono saliti a galla. Io, tutta completamente vestita di nero per tentare di ricordare Batwoman, ho iniziato a trarre la conclusione che tutta questo agghindarsi è l'ennesimo modo per trasgredire alla quantità smisurata di regole ed imposizioni che ci sono qui. Probabilmente tutti si sentono giustificati nei loro abbigliamenti esplicitamente esuberanti e talvolta provocanti, solo per il fatto che è una settimana di 'travestimenti'.
Questo è il mio parere, poi, che io mi sia rotolata dal ridere vedendo certe indecenze o che mi sia sentita parte di qualcosa durante il Purple Day, è un'altra storia. Le mie sono sempre generalizzazioni; sto solo tentando di inquadrare questa cultura, e questo è il luogo in cui tento di sviluppare quei ragionamenti che giorno dopo giorno nascono nella mia testa e vi ci rimangono incompleti.
Continuando con la parte narrativa, fortunatamente, il giovedì pomeriggio ho vissuto una bellissima serata in compagnia di un'altra manciata di exchange e alcuni amici, sostenendo la nostra scuola (che fa letteralmente schifo) alla partita di football più impostante della stagione. Non mi soffermo più di tanto su questo tipo di dettagli in quanto ancora una volta preferisco dare più spazio ai commenti personali che alla narrazione descrittiva vera e propria. Insomma, a chi importa se mi sono seduta vicino a Rennet o a Sophie? Le foto parlano al posto mio.
Ma ora ragazzi, veniamo all'avvenimento autunnale più importante per un adolescente americano: il ballo.
Che cos'è stato per me? Una farsa. Le ragazze nei loro vestitini pomposi da principessa, i capelli arricciati in modo impeccabile, le scarpette luccicanti, il trucco così pesante da nascondere i tratti somatici. I ragazzi in giacca e cravatta, gel nei capelli, nettamente oscurati dall'uragano di brillantini che nasconde la rispettiva partner.
Preparazione di quattro ore, tutto deve essere perfetto. Ma per cosa poi? Per farsi un migliaio di foto con la bocca a papera da condividere su ogni social network di questa terra, sfilare per i corridoi della scuola fingendoli passerelle e ballare musica latino americana dalle 8 alle 11? Fa parte dell'esperienza, l'ho provato, ma no grazie. Non fa per me. Finchè si balla e ci si diverte tra amiche la cosa mi piace, ma quando quest'ultime trascorrono la serata a fare video e foto che ormai tutti hanno già visto, la cosa diventa parecchio monotona.
Ciliegina sulla torta: l'attesissima elezione del re e regina. Lui, un giocatore di football mezzo cinese la cui unica capacità è saltellare su e giù dal palco facendo facce improbabili. Lei, una messicana dal volto facilmente dimenticabile.
Io, allibita dalle movenze degli stessi ragazzi a cui viene vietato di vedere film in cui la parola con la f non è censurata. Seriamente, la coerenza?
Tuttavia, il bilancio della settimana è forse per la prima volta preceduto dal segno più, e la parola che contrassegna questo post descrive perfettamente tutto quello che ho vissuto negli ultimi giorni; è un dispregiativo divertente, buffo, quasi una sorta di derisione. 'Gonfio' è la traduzione letterale, che però non rende per niente l'idea. Tutto sommato posso dire che un mezzo sorriso sta pian piano rimodellando la mia bocca, forse è solo la consapevolezza che sto crescendo, che mi sento più grande del 90% dei ragazzi che ho intorno. Finalmente, questo è un bene.
See yall,
-Vale